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educazione digitale

Cos’è e perché serve un’educazione digitale (secondo me)

Prima di parlarti del perché è importante, voglio spiegarti cos’è l’educazione digitale per me. I social network come Facebook, Instagram o Twitter sono nati come situazioni di svago per gli utenti, per poi evolversi in strumenti di comunicazione molto potenti per le aziende.

Ricordo ancora quando Facebook ha avuto il suo boom in Italia: era il 2008 ed ero in ufficio, nella vetreria in cui lavoravo ai tempi. Era un sabato mattina quando il marito della mia vecchia titolare mi ha detto di andare su ‘sto sito fighissimo, testuali parole. Ci sono andata subito e mi sono iscritta, senza ancora ben capire cosa ci stavo a fare su Facebook e, soprattutto, senza comprenderne le potenzialità, i vantaggi ed i rischi.

Se riguardo indietro ai miei post del 2008 vedo una ventiduenne che condivideva foto, momenti della vita personale e simpatici meme. Vedo una ventiduenne alla quale non fregava nulla dei like ricevuti, tantomeno dei commenti. Vedo una ventiduenne che viveva Facebook per connettersi a persone perse durante gli anni e che utilizzava il social come un vero e proprio diario personale.

Dopo poco, visto l’enorme successo, Facebook ha cominciato ad evolversi e sono arrivati in Italia anche Twitter e Instagram. Twitter, dopo un momento iniziale di entusiasmo, è stato relegato all’essere un semplice social per discussioni ed approfondimenti in real time. Facebook e Instagram, invece, continuano la loro scalata verso l’alto. Oltre 2 miliardi di utenti attivi per il primo, 900 milioni per il secondo e un sacco di vite che si incontrano in queste enormi piazze virtuali, dove è diventata fondamentale l’educazione digitale.

I social network si fondono sempre di più con la vita personale e professionale, fino a diventarne una parte importante ed irrinunciabile.

Spesso, molto spesso, troppo spesso, anche chi ha scelto la comunicazione come strada professionale si dimentica delle buone pratiche di educazione sui social e, onestamente, molti comportamenti mi lasciano sempre più senza parole. In questo articolo, appositamente, non ho fatto distinzione tra profili personali e Pagine aziendali: l’educazione digitale serve in tutti e due i casi.

I like non sono tutto

Prima regola: se la foto del tuo gatto che fa il giocoliere riceverà 10 like o 100, la tua vita non cambierà (te lo assicuro!). Per questo motivo è buona pratica non taggare 30 persone nel post e nemmeno nel primo commento. Possono metterti il like la prima volta per simpatia, la seconda per tenerezza, la terza per pietà, ma poi finisce lì e la questione inizia a diventare irritante.

NB dedicato ai profili privati: Facebook, come ben saprai, predilige i profili alle Pagine che non investono in ADV. Il mio nuovo feed è pieno di foto o link. Se qualcosa mi suscita un’emozione lo faccio sapere, con un like o con un commento, anche senza tag.

NB dedicato alle Pagine aziendali: il rendimento di una strategia di comunicazione sui social non si misura in numero di like ottenuti ad un post, bensì in vendite generate o lead ottenuti.

Per approfondire leggi l’articolo dedicato ai tag selvaggi, scritto in collaborazione con Monia Taglienti (esperta in Facebook marketing).

I gruppi Facebook

In questo ultimo periodo vanno di gran moda i gruppi Facebook. Ce ne sono di dedicati ad ogni argomento possibile ed immaginabile: cani, gatti, mamme, formazione digitale, gruppi paesani, giochi da tavolo e molto molto altro. Penso non esista un argomento che non abbia un suo gruppo Facebook dedicato.

Ad ogni modo, il problema di base è che non a tutti interessano le stesse cose e inserire i tuoi amici (senza richiedergli il permesso) nel tuo gruppo dedicato alla riproduzione delle scimmie urlatrici, non è sintomo di educazione digitale.

Sono sempre più frequenti questi modi di fare e, se pensiamo a Facebook come una grande piazza virtuale e ai gruppi come luoghi di aggregazione di persone con gli stessi interessi, prendere una persona ed inserirla all’interno senza richiedergli il permesso, nella vita quotidiana, sarebbe una vera violenza.

Come ti sentiresti se un tuo amico venisse a casa tua, ti caricasse sulla sua auto per poi mollarti in mezzo a dei motociclisti invasati? Ovviamente a te le moto fanno schifo perché da piccolo sei caduto dal tuo Peg Perego e ti è rimasta la fobia, per cui immagino non la prenderesti affatto bene.

Se crei un gruppo Facebook, anziché buttare dentro amici a caso e nemmeno in target, cerca le persone giuste ed i risultati arriveranno. Nei gruppi non conta il numero di membri, ma la qualità delle conversazioni.

Meno emoji più contenuti

Escapologia fiscale, perdi 12 chili in 3 giorni, i segreti segretissimi per diventare miliardari in una settimana: su Facebook si trova il meglio della fuffa. Ecco, ho fatto una statistica ad occhio e ho notato che più emoji sono presenti nel post, maggiore sarà la fuffa propinata all’utente. Onestamente non ne capisco il senso: le emoticons sono utili per attirare l’attenzione dell’utente su certi concetti e ammetto di farne uso anche io (una, massimo due a post) ma nei post fuffosi che mi capita di vedere se ne fa un uso smodato.

Nella vita reale parli a smorfie? Io non credo. Conversa con i tuoi utenti, non sostituire le parole con le faccine: l’italiano è una lingua splendida, usalo.

Inviti a mettere mi piace alle Pagine

Questo è un errore (anzi orrore) che spesso vedo anche tra i professionisti della comunicazione digitale: l’invito a mettere mi piace alle Pagine aziendali gestite, assolutamente fuori target. Obiettivamente, se io abito in provincia di Monza, perché dovrei mettere il mi piace alla Pagina del bar Pincopallino situato in provincia di Catania? O a quella del polentificio in Trentino Alto-Adige?

Dai su, se sei un social media manager, saprai perfettamente che i risultati sulle Pagine si ottengono investendo soldini in ADV e non invitando amici a casaccio.

Cerchiamo di essere più educati digitalmente?

Ho scritto questo articolo perché volevo aiutarti a riflettere sul significato di educazione digitale per me. Non serve molto per applicarla: basta pensare a quello che non vorresti venga fatto a te e comportarti di conseguenza.

I social network sono sempre più integrati alla vita quotidiana, non sono più un semplice passatempo e vengono utilizzati per i più svariati motivi. Sei quello che condividi ed è assurdo dirlo, ma quello che fai sui social network delinea perfettamente la tua personalità, per questo motivo è di fondamentale importanza essere rispettosi ed educati nei confronti della tua rete. Mi raccomando 😉

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