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La Stampa Italiana dovrebbe fermarsi un attimo a riflettere
Nelle ultime tre settimane abbiamo assistito a due eventi di enorme portata mediatica: le Olimpiadi di Rio 2016 ed il terremoto in Centro Italia.
Volutamente sto citando due eventi totalmente differenti tra di loro che hanno un solo punto comune: la scorrettezza di alcuni giornalisti nel voler cercare la notizia a tutti i costi.
Procediamo con ordine e partiamo dall’evento meno recente.
Olimpiadi di Rio 2016 e i titolisti in vacanza
Durante le Olimpiadi di Rio 2016 pare che alcuni titolisti e giornalisti si siano dimenticati del reale significato di questa manifestazione sportiva.
Non voglio rialzare inutili polemiche, ma se ci ripenso, provo ancora una profonda indignazione nei confronti di coloro che hanno definito cicciottelle le componenti della nostra squadra femminile di tiro con l’arco.
E vogliamo parlare di quanto apparso sul web con titolo “I migliori pacchi regalo degli atleti alle Olimpiadi“?
Ma cari titolisti e giornalisti, di cosa stiamo parlando?
Non è necessario creare il gossip per fare notizia anche quando non ci sono i presupposti per farlo.
La storia la costruite voi con le vostre penne e le vostre tastiere.
Sta nella bravura di ognuno di voi insinuare interesse e curiosità nel lettore e per farlo non è necessario l’utilizzo di titoloni altisonanti inneggianti al pettegolezzo.
Terremoto in Centro Italia: sciacallaggio sulla tragedia
La speculazione sul dolore altrui è, a mio modestissimo parere, quanto di più squallido esista al mondo.
Forse sono troppo puritana, forse mi hanno insegnato dei valori reali, ma io non riuscirei mai a mettere in piazza la sofferenza di coloro che stanno vivendo delle tragedie vere.
Nulla da dire contro il cosiddetto dovere di cronaca, ma quello che ho visto in TV nei giorni appena trascorsi è mero sciacallaggio.
Buttare in pasto a milioni di italiani il dolore degli abitanti delle zone colpite da un terremoto devastante, insinuarsi come serpi nelle vite di chi ha perso tutto o quasi… Cronache dirette da uno studio gremito di persone che commentano e/o applaudono … che cosa? Il tutto come fosse un reality.
Questo non è fare cronaca.
La cronaca si fa al di fuori dalle transenne, raccontando e riprendendo da lontano, senza creare disturbo a coloro che lavorano per la sopravvivenza delle persone.
Troppo voyeurismo nel popolo italiota?
Negli ultimi tempi, dentro di me si è accesa una lampadina: forse questi giornalisti gossippari e sciacalli fanno semplicemente quel che viene richiesto dal popolo italiota?
Questa ipotesi è ancora più terrificante, ma più ci penso e più diventa terribilmente reale.
Come si evince dalla quantità di post disinformativi che si trovano sui social network, l’italiota DEVE avere un’opinione su tutto.
L’italiota è allo stesso tempo esperto di sport olimpici, di terremoti, di terrorismo, di astrofisica, di cantieri stradali e di altre mille materie.
L’italiota è tuttologo e al tempo stesso nullologo (mi perdoni l’Accademia della Crusca).
E a questo punto mi viene il dubbio che questi giornalisti sciacalli vogliano soddisfare la sete di pietismo e di disinformazione dei tuttologi/nullologi, senza soddisfare gli Italiani che ancora restano attaccati alla voglia di Informazione Vera.
Se sei arrivato a leggere fino a qui, ti ringrazio per aver seguito il filo delle mie “riflessioni sparse” sul giornalismo in Italia.
La tua opinione è importante, fammi sapere che ne pensi qui nei commenti o sulla mia pagina Facebook.
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