I tag selvaggi sembrano essere diventati la moda del momento su tutti i social network. Facebook, Twitter ed Instagram sono la piazza e gli utenti che compongono la rete, sono i passanti in versione 2.0.
Il problema è che non tutti trovano educato il tag, soprattutto quando è utilizzato per ottenere visibilità a tutti i costi.
Se hai scritto un nuovo post per il tuo blog, esistono modi molto più educati per ottenere visibilità. Il tag è ben accetto quando è inerente alle persone che si stanno andando a nominare e quando l’argomento è di loro sicuro interesse.
Facciamo un esempio pratico: questo post nasce da conversazioni su Telegram e su WhatsApp a mò di lamento verso chi utilizza questa pratica. Se al momento della condivisione sui social network, io decidessi di lanciarmi sulla strada del tag per ottenere visibilità a pacchi, la modalità giusta sarebbe quella di utilizzare il tag ai diretti interessati in questo modo:
Oggi io e Monia abbiamo scritto un post dedicato ai tag selvaggi. Ringraziamo anche Tizio, Caio e Sempronio per l’ispirazione.
O ancora:
Tag selvaggi su Facebook? No grazie! Le mille conversazioni con Tizio, Caio e Sempronio, ci hanno ispirato a scrivere un nuovo blogpost. Che ne pensate?
Vietatissimo, ma sempre più in uso:
Un nuovo blog post dedicato ai tag selvaggi – Con Tizio, Caio, Sempronio, Pincopallino, Ciccio (e via di tag fino alla quota desiderata)
E se all’interno del Facebook post ancora non hai raggiunto un numero sufficiente di tag ad minchiam, potrai serenamente recuperare nei commenti con un semplice:
Cc Giovanni, Pietro, Paolo, Antonio (e così va dicendo)
Con questo mio sfogo semiserio, non voglio insegnare niente a nessuno, ma solo invitarti a ragionare sulle modalità di interazione presenti in rete.
La parola a Monia Taglienti, esperta di comunicazione digitale
Le forme del comunicare trovano aspetti, canali e metodi diversi a seconda degli obiettivi che ci poniamo davanti.
Oggi assistiamo a diverse interruzioni del nostro flusso preferito di informazioni sui canali digitali, date da campagna sponsorizzate (il più delle volte non correttamente settate) e da maniaci dei social.
Le interruzioni, non curanti dell’inbound marketing, ma completamente rivolte alla logica arcaica dell’interruption marketing, non badano a cosa stai facendo, dove lo stai facendo e a che ora lo stai facendo.
Le interruzioni, arrivano indiscriminatamente via:
- Smartphone
- Social
E tutti sappiamo che l’85% delle persone è quotidianamente con uno smartphone in mano che racchiude tutto ciò che abbiamo appena menzionato: quindi in un modo o nell’altro le interruzioni ci interrompono.
Ormai sono di moda alcuni tipi di interruzioni come i tag selvaggi!
Veniamo taggati ovunque e qualsiasi ora ci ritroviamo in flussi di discussione o di informazioni a cui non avevamo richiesto di partecipare perché semplicemente non ci interessa, stavamo facendo altro o perché abbiamo già detto la nostra e non vogliamo più parlarne.
Il tag selvaggio a mio avviso è l’uccisione della comunicazione democratica e paritaria resa grazie alla rete e alle connessioni, è il modo più insolente di entrare a gamba testa e di dirci “Guarda siamo qui, parla con noi” un po’ come gli urlatori nelle piazze, come quelli che ti fermano quando stai mangiando il gelato e ti chiedono cosa ne pensi di mettere una firma per una non precisata campagna.
Il rimuovi tag è la soluzione!
E quindi? Come si fa ad ottenere visibilità sui social senza taggare a casaccio?
Come spiegato da Monia Taglienti, il tag selvaggio è l’uccisione della comunicazione democratica. Se vuoi migliorare le visite al tuo blog o portare traffico ai tuoi post sui social network, quello che devi fare è studiare una strategia di comunicazione che ti permetta di raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato.
Portare tutti i tuoi amici su un particolare contenuto, può diventare estremamente controproducente, soprattutto quando il tutto viene fatto in maniera forzata e senza alcuna velatura.
Con questo non stiamo dicendo che il tag non deve mai essere utilizzato, anzi… Bisogna solo imparare ad utilizzarlo responsabilmente, con cura e rispetto nei confronti degli utenti che fanno parte della tua rete.
Grazie per aver letto il nostro pensiero sui tag selvaggi. Ci teniamo a sapere cosa ne pensi, quindi faccelo sapere qui o sulla pagina Facebook.
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